Untitled (Realizzata negli anni ’70 – A Verzegnis dagli anni ’90)
Noi iniziamo da terra quando siamo piccoli e solo dopo ci alziamo un po’ alla volta fino a quando camminiamo. Così ho deciso di iniziare da dove sono partito… – Carl Andre
Posti sul manto erboso vediamo cento moduli di legno accostati e allineati che attraversano l’Art Park per una lunghezza di circa novanta metri. L’opera è stata realizzata dall’artista americano Carl Andre e acquistata dal collezionista Egidio Marzona all’inizio degli anni ’90. Andre è uno degli artisti più importanti della Minimal Art. La sua definizione di scultura come “FORMA = STRUTTURA = SPAZIO” ben identifica la natura delle sue opere, con le quali ha rivoluzionato il concetto stesso di scultura e influenzato l’arte del XX secolo. Nato nel 1935 nel Quincy (Massachusetts, USA) frequenta, dal 1951-1953, la Phillips Academy di Andover con l’artista Frank Stella e Hollis Frampton che lo introduce ai lavori di Ezra Pound. Trasferitosi a NY inizia a lavorare come assistente editoriale per una casa editrice, dedicandosi alla scrittura e alla poesia. Nel 1958 realizza delle piccole sculture in legno e plexiglas con una tecnica che non prevede che i materiali compositivi siano alterati, se non solo leggermente. In quegli anni frequenta lo studio dell’amico Frank Stella, la cui influenza artistica emerge in modo evidente nelle prime opere di Andre. Altro punto di riferimento fondamentale per il suo lavoro è sicuramente lo scultore rumeno Constantin Brancusi, grande innovatore nell’aver annullato il rapporto “gerarchico” di solito esistente tra l’opera scultorea e il suo piedistallo. È lo stesso Andre ad affermare: fino a un certo punto ho scolpito nelle cose. Quindi ho capito che la vera scultura era la cosa che stavo intagliando e allora piuttosto che scolpire un materiale, ho deciso di usare il materiale come una scultura nello spazio.
Sulla base di questa nuova consapevolezza, i suoi lavori successivi presentano forme semplici, ottenute dall’accostamento di unità geometriche elementari di produzione industriale, utilizzate senza agire sul materiale. I moduli, esposti e accostati nello spazio-ambiente dallo stesso artista, non intendono veicolare alcun carattere narrativo o allusivo ma mostrano semplicemente la loro natura oggettuale, tanto da poter essere smantellati e immagazzinati quando non esposti. C’è qualcosa di affascinante nelle sue composizioni geometriche, non solo per l’utilizzo dei materiali, ma anche e soprattutto per come gli stessi vengono collocati nell’ambiente. Le sculture di Andre non sono opere da contemplare, ma luoghi da esperire: ci invitano a vivere lo spazio muovendoci ed entrando fisicamente in contatto con esse. Non solo possiamo osservare l’opera da diversi punti di vista, ma in alcuni casi ci è consentito anche di “appropriarcene” ad esempio camminandoci sopra. L’aura di sacralità che spesso riveste l’opera d’arte è in tal modo messa nuovamente in discussione. Il lavoro di Andre è un lavoro fisico, quasi performativo, tanto che le sue opere nascono anzitutto dall’esperienza diretta e personale del luogo dove saranno esposte. L’artista si definisce un location artist il cui studio è la sua mente e il mondo allo stesso tempo. Ogni modulo che compone una sua opera è un oggetto a sé e individuale, ma allo stesso tempo reagisce e colloquia in modo dinamico con gli altri moduli e con l’ambiente circostante, in un gioco di accostamenti e di equilibri perfettamente orchestrati. [Eva Basso]
Ph. © Eva Basso